DATRE è responsabile della realizzazione del corso, della qualità scientifica e didattica e dell’integrità etica del contenuto formativo del corso stesso.
Riconosce espressamente che l’attività formativa realizzata attraverso il corso è finalizzata esclusivamente allo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle competenze tecnico professionali in ambito sanitario ed è, pertanto,
obiettiva ed indipendente da interessi commerciali.
“Se si potessero sommare assieme i momenti di creazione pura che uno scrittore (grande quanto si vo-
glia) sperimenta in tutta la sua esistenza, non si arriverebbe neanche a cinque minuti. Tutto il resto è
macchina, lavoro quotidiano, falegnameria, talvolta persino routine” Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane
scrittore.
Se questo é vero per uno scrittore di letteratura, figuriamoci per uno scrittore scientifico! Resta solo la
falegnameria - di cui questo corso (ormai giunto al 15mo anno) vuole trasmettere i rudimenti - perché
imparare a scrivere farà di ciascuno un lettore migliore e un medico più critico rispetto alle innovazioni
vere e false che quotidianamente ci vengono propinate.
Ancora troppi dei nostri congressi sono occupati da relazioni incomprensibili e diapositive irritanti; e
quel che è peggio, ancora troppe osservazioni originali finiscono sepolte vive in polverosi cassetti.
Troppe volte siamo ricevitori passivi e acritici di falsa innovazione spacciata da sedicenti opinion-lea-
ders, spesso essi stessi sprovvisti del minimo apparato culturale per filtrare l'informazione precotta che
vorrebbero trasmettere.
Ma così non siamo neanche vittime del sistema, diventiamo noi stessi il sistema, ricettori acritici
di qualunque frottola scientifica o truffa mercantile. La storia cardiologica antica e recente ne è piena.
Nel mondo scientifico e medico, chi non comunica e chi non sa difendersi è perduto - eppure, comuni-
care non è poi così difficile, e avere una infarinatura di metodologia clinica può essere salvavita (per il
paziente, e per te).
La Scuola Scrittura Scientifica non è un talent show per giovani promesse della ricerca, non è un’Agen-
zia Letteraria Scientifica per aspiranti scrittori e non è un corso strutturato di biometria e statistica. Però
negli anni è stata anche un po’ tutto questo, aiutando i giovani a crescere e i meno giovani a dare una
forma editorialmente commestibile ai gioielli scientifici che avevano casualmente disseppellito nella
loro professione. La Scuola è quindi raccomandata a:
1 – Specializzandi e dottorandi in training: per loro, impadronirsi dei meccanismi elementari che rego-
lano la comunicazione e la ricerca scientifica è una parte integrante e irrinunciabile del nuovo profilo
professionale del medico: “La ricerca è uno dei nuovi nomi della buona pratica medica. Idealmente,
ogni atto di un medico dovrebbe essere parte di un progetto di ricerca” (Silvio Garattini, Lancet, 1996;
348: 167–175). Peccato che pochi tra quelli che sanno fare ricerca perdano il loro tempo per insegnarla.
2- Per chiunque, senza limiti di età o provenienza o rango professionale, abbia la necessità di capire
cosa si muove dietro la cortina di carta dei grandi giornali scientifici, consapevole del fatto che tu puoi
anche disinteressarti della ricerca, ma la ricerca – stai pur sicuro – non si disinteresserà di te, medico o
paziente.
La Scuola è invece strettamente controindicata a chiunque sia irreversibilmente immerso nella cultura
dell’arroganza, per cui tutto quello che hai sempre fatto, che hai letto e che ti hanno insegnato è per
definizione la cosa giusta e quello che non conosci è, perciò stesso, poco importante. La scuola vor-
rebbe insegnare soprattutto un approccio mentale, e ad essere più critico verso quello che leggi, quello
che senti, e verso quello che tu stesso fai.
La tecnica di scrittura descriverà – applicandoli – i meccanismi della transustanziazione dei dati grezzi,
non raramente grondanti lacrime, dubbi e perplessità, in materiale editoriale commestibile o addirittura
attraente.
La parte di metodologia clinica applicata illustrerà, senza paura di sembrare troppo ovvi e banali, i prin-
cipi elementari che regolano l’impostazione del protocollo, la sottomissione al comitato etico, l’acquisi-
zione dei dati, la loro analisi elementare corretta, la stesura di un lavoro, la sottomissione alla rivista più
giusta.
La parte statistica si propone di guardare - al riparo dagli occhi indiscreti degli statistici talebani - sotto le
gonne di “Lady Statistics”, compagna di viaggio obbligata, apparentemente burbera e inespugnabile, ma
in realtà spesso sorridente e accomodante, dello scrittore scientifico. I nuovi software disponibili per la
massa trasformano con un casto bacio informatico anche il più refrattario ranocchio in un presunto Prin-
cipe della statistica: è questo il vero pericolo! Le 5 pillole, senza formule, e senza software, che irrobu-
stiranno il tuo ego statistico:
1-l’ipotesi dello studio (perché lo fai, disperato cardiologo mio)
2- Il calcolo del campione (senza essere campioni di calcolo)
3-Una vita da mediana (o da media, questo è il problema)
4-La regressione e la correlazione (il più e il meno, tra 0 e 1)
5-La terra promessa della p<.05 (significatività statistica e significativa clinica)
Infine, si farà cenno alla descrizione del contesto psicodinamico, economico, culturale, giudiziario e
accademiologico entro il quale nasce, cresce, si riproduce e spesso muore la ricerca scientifica e la qua-
lità assistenziale. Saranno illustrate le norme del bon ton del ricercatore attraverso un distillato di Prose,
Poesie, Aforismi, Parabole, Leggi, Vignette, Citazioni in Forma di Blob, Postulati e Teoremi che regolano
la convivenza nel mondo a volte difficile della ricerca (“Balla coi Lupi”). Saranno illustrati casi esemplari
di vita vissuta, anche con spaccati di inchieste giudiziarie che hanno illuminato a giorno meccanismi
spesso occulti che condizionano, con regole non scritte ma inviolabili, la convivenza, promozione ac-
cademica e produzione scientifica nel mondo della ricerca e della sanità. Sarà questa la parte più istrut-
tiva e, per le anime belle, più sorprendente del corso. Si vedranno esempi da brivido, illustrati anche per
diretta conoscenza carnale.
La SSS insegna alla fine che dietro ogni piccolo e grande successo scientifico c’è una storia di ostina-
zione.
Non solo quindi creatività, talento, motivazione, integrità, coraggio, fortuna – cose che pure sono indi-
spensabili all’innovazione e però non si possono insegnare e non si possono apprendere – ma anche, e
soprattutto, perseveranza e amore per il proprio lavoro. É spesso la perseveranza che trasforma la bril-
lante chiacchiera da bar in una vera innovazione scientifica recepita dalla comunità
medica e che per-
mette di fondare un mondo che – senza quella perseveranza – non sarebbe mai esistito.
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