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La prevalenza dello scompenso cardiaco è in continua crescita e il suo impatto sul sistema socio-sanitario rappresenta un problema di notevole importanza. Nonostante gli indubbi progressi nel campo della diagnosi e cura, la prognosi dei pazienti risulta tuttora, specialmente nelle forme avanzate, particolarmente severa. Un problema importante è costituito dalle riacutizzazioni e le conseguenti riospedalizzazioni, con le conseguenti notevoli ripercussioni sul piano economico e gestionale. E' stato stimato che le riospedalizzazioni riguardino circa il 30% del numero totale dei pazienti precedentemente ricoverati per scompenso cardiaco acuto.
Vi sarebbero circa 600.000 pazienti affetti da scompenso cardiaco oggi in Italia. Si stima che la frequenza della malattia raddoppi a ogni decade di età. Il 4-7% dei pazienti non sopravvivono ad un episodio acuto, mentre - secondo alcune stime - circa il 20% dei pazienti muoiono entro 1 anno e circa il 50% dei pazienti muoiono entro 5 anni. Questo numero probabilmente crescerà nei prossimi anni per l'aumentata prevalenza dei fattori di rischio, l'invecchiamento della popolazione e il netto aumento della sopravvivenza all'infarto miocardico acuto. E' stato calcolato che la gestione dello scompenso cardiaco assorbirebbe circa il 2% delle risorse sanitarie in Europa: 6-8% per le visite mediche, 8-9% per le cure ambulatoriali, 11-18% per le terapie farmacologiche e 70% per le ospedalizzazioni. In termini di assorbimento di risorse è stato valutato un costo medio di circa 12.000 euro/anno per ogni paziente con scompenso cardiaco che debba ricorrere alle indagini diagnostiche, alle cure farmacologiche e non farmacologiche e che richieda di essere riospedalizzato a causa della riacutizzazione della malattia.
Nel complesso, il trattamento delle comorbilità, la prevenzione dei fattori precipitanti e il riconoscimento precoce dei fattori predisponenti rappresenta una vera sfida. Nel corso degli ultimi anni, l'affinamento della diagnosi eziologica, l'introduzione dei biomarcatori plasmatici e i nuovi farmaci e strumenti terapeutici hanno permesso di modificare le prospettive per molti pazienti con scompenso cardiaco. E' in questa ottica che abbiamo ritenuto di riunire alcuni tra gli esperti nazionali del settore per illustrare e discutere gli aspetti salienti della diagnosi, gestione e cura dei pazienti con scompenso cardiaco.
Il trattamento delle comorbilità, la prevenzione dei fattori precipitanti e il riconoscimento precoce dei fattori predisponenti rappresenta una vera sfida. Nel corso degli ultimi anni, l'affinamento della diagnosi eziologica, l'introduzione dei biomarcatori plasmatici e i nuovi farmaci e strumenti terapeutici hanno permesso di modificare le prospettive per molti pazienti con scompenso cardiaco. È in questa ottica che abbiamo ritenuto di riunire alcuni tra gli esperti nazionali del settore per illustrare e discutere gli aspetti salienti della diagnosi, gestione e cura dei pazienti con scompenso cardiaco.
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