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La Sindrome OSHA (Sindrome delle Ipo-Apnee Ostruttive del Sonno), è secondo la definizione dell’American Academy of Sleep Medicine (1999), un disturbo respiratorio che si manifesta durante il sonno, caratterizzato, sul piano clinico, da russamento abituale associato a sonnolenza diurna e/o alterazioni delle performances diurne, patologia che attualmente interessa circa il 6 % della popolazione generale.
La sua incidenza è doppia nel sesso maschile e, sicuramente, raggiunge percentuali ben più elevate in certe categorie di persone definite in proposito, “a rischio”, ossia pazienti sovrappeso, cardiopatici, ipertesi e broncopneumopatici.
L’elemento fisiopatogenico fondamentale dell’OSHAS è rappresentato dal ripetitivo arresto del flusso aereo respiratorio durante il sonno, legato al collasso delle pareti faringee, associato a fasiche cadute dell’ossiemia e conseguente desaturazione di ossigeno dell’emoglobina del sangue arterioso.
Le alterazioni delle dinamiche neuromuscolari deputate al controllo della pervietà delle vie aeree superiori, da un lato, e la presenza di alterazioni morfologiche che ne riducono il lume, dall’altro, rappresentano i principali fattori responsabili della genesi dei disturbi respiratori del sonno (DROS).
Negli ultimi 20 anni pertanto, anche lo specialista Otorinolaringoiatra ha pensato bene di occuparsi di OSHAS, in quanto, come appare del tutto evidente, spesso i DRS (disturbi respiratori del sonno) hanno un'origine ostruttiva (DROS), la sede dell'ostruzione è localizzata a livello delle vie aeree superiori, di conseguenza, possono giovarsi di un trattamento chirurgico otorinolaringoiatrico.
Ma è altrettanto evidente che, data l’etiologia multifattoriale, e la gravità di alcune complicanze, quali ipertensione arteriosa, diabete mellito, infarto del miocardio e cerebrale, malattia da reflusso gastro-esofageo e problemi respiratori, l’inquadramento diagnostico-terapeutico di tali pazienti deve necessariamente risultare dall’integrazione di dati clinici e strumentali e da una valutazione multidisciplinare, al fine di garantire certezza ed accuratezza diagnostica per la migliore scelta terapeutica possibile, in rapporto alla gravità della patologia ed alla compliance del paziente.
Nasce pertanto l'esigenza di un nuovo approccio multidisciplinare al problema delle OSHAS, che veda cioè un maggior numero di figure specialistiche impegnate nello screening dei DROS (internisti, cardiologi, pneumologi etc).
E' venuta oramai maturando l'idea che occorra elaborare dei percorsi diagnostico-clinici interdisciplinari condivisi, standardizzati e riproducibili da cui far scaturire dei programmi terapeutici che siano il più possibile rispondenti e perfettamente adattati ad ogni singolo paziente, che siano chirurgici, se ne esistono i presupposti, o di altro tipo e di altra competenza specialistica, ad esempio ventilatorio (cPAP) o odontostomatologico (O.A.) o farmacologici.
In particolare la diagnosi delle apnee ostruttive del sonno si basa sul rilevamento e documentazione di dati clinici con sistemi poligrafici (PSG), che consentono di definire la presenza e le caratteristiche degli eventi respiratori e di quantificare la severità della patologia.
Indispensabile per la diagnosi è la valutazione clinico-strumentale del sito o dei siti di ostruzione per malformazioni e/o collasso mucosale mediante valutazione specialistica (ORL o Chirugica maxillo-facciale). Infine non possono essere in alcun modo trascurate la valutazione e la corretta gestione delle comorbidità mediante il supporto degli specialisti, di volta in volta coinvolti, in relazione alle esigenze particolari.
La presenza di alterazioni morfologiche che riducono il lume della via aerea, rappresentano il principale fattore responsabile della genesi dei DRS soprattutto nei soggetti normopeso.
Negli ultimi anni si è registrato un netto miglioramento degli standard diagnostico-terapeutici, grazie alla messa a punto di una nuova serie di manovre semeiologiche e tecniche di indagine, da cui è derivato un sempre più ampio ventaglio di opzioni terapeutiche di tipo chirurgico e non.
Attualmente i trattamenti terapeutici possibili, variabili da caso a caso, si possono riassumere in:
uso di dispositivi, durante il sonno, che garantiscano una ventilazione positiva, non invasiva, applicata alle vie aeree (cPAP o BILEVEL)
L'interazione professionale con le varie branche specialistiche è parte integrante di quel programma diagnostico che prevede la massima integrazione tra Otorinolaringoiatra, Pneumologo, Neurologo, Cardiologo, Ortognatodonzista e Chirurgo Maxillo-Facciale, al fine di gestire al meglio le varie opzioni terapeutiche.
E' venuta oramai maturando l'idea che occorra elaborare dei percorsi diagnostico-clinici interdisciplinari condivisi, standardizzati e riproducibili da cui far scaturire dei programmi terapeutici che siano il più possibile rispondenti e perfettamente adattati ad ogni singolo paziente, che siano chirurgici, se ne esistono i presupposti, o di altro tipo e di altra competenza specialistica, ad esempio ventilatorio (cPAP) o odontostomatologico (O.A.) o farmacologici.
Proprio su questa linea di presupposti, esperti regionali si confronteranno ad Alghero, per mettere in chiaro gli aspetti ancora in ombra di una patologia finora misconosciuta, ma dalle complicanze gravissime (ictus, infarto del miocardio), al fine di tracciare strategie diagnostico terapeutiche condivise e creare una rete di referenti in grado di rispondere, in modo ottimale, alle esigenze di tali pazienti.
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