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Lo scopo del convegno è ricordare la figura del Prof. Gianfranco Del Prete attraverso una giornata di studio sul microbioma con l’obiettivo di arricchire la conoscenza della tematica tra la nuova classe medica.

Negli ultimi anni è infatti cresciuto enormemente l’interesse verso la tematica, dal momento che le alterazioni del microbioma, sembrano implicate nella patogenesi di molte malattie infiammatorie fra le quali quelli autoimmuni.

Il microbioma intestinale è costituito da miliardi di microorganism e batteri. Può essere di fatto considerato come un organismo dinamico perchè la composizione cellulare e la trascrizione genetica cambiano in maniera rapida e dinamica in risposta ai cambiamenti dietetici.

È stato ipotizzato che alcuni batteri, e più che altro le alterazioni nella composizione del microbioma, siano alla base di molte malattie tra cui il diabete e le malattie cardiovascolari, ma anche obesità e cancro. L’esposizione a endotossine (derivanti principalmente dalla flora intestinale) può attivare processi infiammatori, rilascio di citochine e insorgenza di alterazioni metaboliche tra cui l’insulino resistenza.

Diversi studi sull’animale hanno dimostrato la relazione tra la composizione della flora intestinale (in particolare il numero di bifidobatteri) e l’alterazione di processi metabolici, indicando una possibile relazione tra il tipo di dieta, l’alterazione della flora intestinale e lo sviluppo di sindrome metabolica e diabete.

Il diabete di tipo 1 (T1DM) è una malattia pro- infiammatoria che risulta nella distruzione delle beta-cellule del pancreas con una perdita di secrezione insulinica. Di recente è stato dimostrato che bambini con anticorpi associati a T1DM hanno una diminuzione delle specie Bifidobacterium ed un aumento dei Bacteroides. Anche nel diabete di tipo 2 (T2DM) è stata ipotizzata una relazione con la composizione della flora intestinale. Tuttavia la causa del T2DM non è nota, è complessa e multifattoriale. E’ stato dimostrato che ci sono più di 60,000 markers associati al diabete di tipo 2 di cui molti legati ad alterazioni della flora batterica intestinale. In particolare i pazienti con diabete di tipo 2 mostrano una diminuzione nell’abbondanza delle specie batteriche che producono butirrato ed un aumento delle specie che provocano stress ossidativo.

Per quanto riguarda l’aterosclerosi, un recente studio nel modello murino ha evidenziato che una dieta ricca in grassi e fosfatidilcoline, che vengono metabolizzati dalla flora intestinale, sono legate all’aumento di trimethylamine N-oxide  (TMAO) e betaina che poi conducono ad un accumulo di macrofagi pro-aterogeni e formazione di foam cells. Nell’uomo, l’aumento dei livelli plasmatici di coline, TMAO e betaina è associato ad un aumento del rischio CVD.

In conclusione, ci sono evidenze di una relazione tra la composizione della flora intestinale e lo sviluppo di malattie metaboliche e cardiovascolari. La modulazione della flora batterica con diete adeguate e supplementazione di pro- e pre-biotici per la prevenzione dello sviluppo di malattie è oggetto di studio.

Il convegno si pone proprio l'obiettivo di focalizzare tutte le innovazioni in campo di ricerca sul microbioma, nella multidisciplinarità delle patologie coinvolte.

Gianfranco Del Prete: il viaggiatore (F. Cubeddu in Del Prete)
Dalle tiroiditi alle IgE fino ai Th1/Th2 (M. De Carli)
Lettura Gianfranco Del Prete - L’universo del microbioma nell’era metagenomica (C. Consolandi)   Celiachia e microbioma (A. Calabrò)
Le malattie infettive ed il microbioma (A.L. Zignego)
Gruppo Multidisciplinare FUO Careggi: un anno dopo - L. Emmi – D. Bartolozzi
Helicobacter pylori e l’uomo: una liaison lunga centomila anni (M.M. D’Elios)
Il microbioma nelle malattie autoimmuni e nelle vasculiti sistemiche: quale relazione? (L. Emmi)
Febbri di origine sconosciuta ed infezioni: nuovi approcci di risposta linfocitaria nella tubercolosi, nella peste, nell’infezione da Helicobacter pylori e nella parassitosi da Trichinella spiralis (C. Della Bella)

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